Il teatro al tempo di Socrate
Il teatro al tempo di Socrate tradotto all’oggi 2018 si può chiamarlo “i media del tempo”, giornali, TV, internet ecc. Non solo ma essenzialmente dobbiamo paragonarlo alla nostra Gazzetta Ufficiale, dove il governo pro tempore pubblica le Leggi approvate dal Parlamento unitamente alle sanzioni per chi non le rispetta. Il teatro greco era sovvenzionato dal governo dell’epoca, sia che fosse guidato da un tiranno, sia che a guidarlo fosse il consiglio dei saggi o anziani. Conseguentemente la Polis pretendeva che tutti i cittadini liberi dovessero assistere alle rappresentazioni teatrali che si tenevano annualmente, in genere si dedicava un periodo ben definito di giorni e per quei giorni il governo stabiliva che ai cittadini poveri fosse assegnato tante misure alimentari per quanti giorni duravano le rappresentazioni teatrali, questo perché tutti i cittadini liberi della POLIS fossero informati sulle conseguenza di certe parole, di certe azioni e di certe situazioni. Il teatro comico o tragico che fosse, era un momento
importante perché i giovani erano introdotti alle tradizioni e alle Leggi della Polis, e gli anziani rinnovavano l’appartenenza e la fedeltà alla Polis. Il finale della rappresentazione, comica o tragica, è definito “catarsi”, 'attenzione' questa catarsi è un qualcosa che i greci conoscevano bene.. e bene o male viene ripresentato quasi uguale fino al 1871, dal 1871 cambia qualcosa. Il finale teatrale greco finisce così: non sono io che ti colpisco, la mia mano è guidata dagli dei. La catarsi è una unione di persone, strumenti dei e Logos ( discorso o ragione universale ), questa unione è destinata a trionfare sempre, il bene sconfigge sempre il male.
Dal 1871 a oggi la cosa pian piano cambia, non cam?bia all’improvviso, cambia piano piano. Il finale delle rappresentazioni di oggi, 2018, raccontate dal cinema, dalla TV, e dai giornali, non fanno appello né agli dei, né al Logos ( discorso o ragione universale ) ma fanno appello all’individuo che con la propria sapienza e usando gli strumenti che la natura gli mette a disposizione migliora la sua esistenza e propone l’iter che lui ha percorso alle altre persone. Non ho citato il teatro perché l’organizzazione sociale di oggi non permette di sospendere tutte le attività per più giorni così da riunire tutte le persone in un luogo specifico e che tutte queste persone guardino e ascoltino la stessa cosa. Per carità i media ( TV e giornali ) divulgano le Leggi approvate, però non sempre i cittadini hanno la volontà di seguire queste informazioni, per molti cittadini è una cosa superflua. In Italia, attualmente, il 99% della cultura viene veicolata da RAI Storia e RAI 5, il restante 1 % viene veicolata dagli altri canali. La cultura dell’1 % è diventata, oggi, una etichetta che si mette sopra un prodotto da vendere, spiegazione: gli artisti sono chiamati ( e pagati ) ad abbellire con arte sempre nuova e sempre rinnovata il prodotto da vendere, questo senza nulla togliere all’arte e agli artisti, però il significato di fondo è cambiato, prima l’arte era vista come proiezione del committente sia per l’immediato sia per il futuro, l’artista era pagato per rappresentare qualcosa di unico che fotografava il presente per conservarlo nel futuro, oggi, invece, il futuro non esiste. L’artista corre il rischio di iniziare un’opera che quando è terminata è superata dalla ricerca. L’arte in generale e il teatro in particolare devono trovare un nuovo rapporto con la realtà di oggi. ..bene e guadagnarsi i Campi Elisi ( il paradiso greco ). Socrate era ben conscio dell’utilità del Teatro e della convenienza che tutti gli uomini liberi ( i cittadini ) della Polis dovevano assistere alle rappresentazioni teatrali. Per semplificare al massimo oggi diremmo che a Legge non ammette ignoranza, e in Italia una volta che la … una Legge ordinaria sia stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale e siano trascorsi 30 giorni, quella Legge diventa esecutiva, in Grecia, al tempo di Socrate, questo iter non esisteva, esisteva però un collegio di “nominati” giudici che giudicavano secondo tradizione. Attenzione, Socrate fu incaricato dal Consiglio dei Saggi ad insegnare ai giovani perché era considerato la personalità più saggia di Atene, però Socrate non si limitò ad insegnare le tradizioni della Polis, lui volle insegnare anche ad andare oltre la realtà del momento, insomma insegnava a interpretare il presente con l’esperienza del passato per preparare il futuro. Questo insegnamento non piaceva “ai poteri forti dell’epoca”, conclusione fu condannato a morte per empietà, tradotto e adattato al 2018 l’accusa è di vilipendio alle leggi della Polis e insegnamento di soluzioni ai problemi che pone la realtà diversi dalla tradizione della Polis. Socrate fu condannato a morte, non si sottrasse alla pena, la modificò: si suicidò bevendo una mistura di cicuta... segue... sul Sito www.acraccademia.it